I Cani e il loro mondo

Gastone, per la sua morte solo un risarcimento patrimoniale, l’avvocato: “Trattato come una cosa non un essre umano”

Il Tribunale di Trento riconosce danni economici per la morte del cane Gastone, ma esclude il risarcimento per il danno morale, trattando l’animale come un oggetto.

Un caso che ha suscitato ampio dibattito quello che ha visto protagonista Gastone, un Mastino dei Pirenei morto dopo un intervento chirurgico in una clinica veterinaria di Trento. L’animale aveva subito un’operazione alle zampe posteriori con la speranza di risolvere dei problemi di deambulazione legati a una patologia congenita. Tuttavia, l’intervento non ha avuto l’esito sperato, e Gastone ha vissuto due anni di sofferenze prima di morire.

La famiglia del cane ha intentato causa contro i veterinari, accusandoli di aver commesso un grave errore durante l’operazione. Secondo l’avvocata Marisa Perenzoni, che ha seguito la causa, il cane sarebbe stato trattato in modo inadeguato, subendo un intervento che non era necessario. “Il cane non doveva essere operato, non doveva ricevere quella protesi. È stato un errore clamoroso”, ha dichiarato l’avvocato. L’animale, quindi, ha sofferto inutilmente, portando alla sua morte.

Il risarcimento patrimoniale ma non morale

Il Tribunale civile di Trento ha riconosciuto un risarcimento economico alla famiglia di Gastone per i danni patrimoniali, pari a circa 9.000 euro, relativi ai costi delle operazioni e delle cure sostenute. Tuttavia, la corte ha escluso il risarcimento per il danno morale, un aspetto che in genere viene riconosciuto quando si tratta della morte di un familiare o di una persona cara. Per i giudici, dunque, il cane è stato trattato alla stregua di un oggetto, senza tenere conto del legame affettivo che unisce gli animali ai loro proprietari.

L’avvocata Perenzoni ha commentato con amarezza: “Il cane è stato considerato come una res, ossia un oggetto, come se fosse un anello o una scarpa. La sentenza è una follia”. Nonostante la responsabilità dei veterinari sia stata riconosciuta, la decisione di non attribuire un danno morale alla famiglia per la morte di Gastone ha suscitato forti polemiche.

Le implicazioni legali e giuridiche sulla morte degli animali

Questa sentenza rientra in un contesto giuridico più ampio, che si rifà a precedenti pronunciamenti della Corte di Cassazione. In particolare, le sentenze del 2008, note come “sentenze di San Martino”, hanno stabilito che la perdita di un animale domestico non giustifica un risarcimento per danno non patrimoniale. Per la legge, infatti, la morte di un animale è considerata un danno di minore entità rispetto alla perdita di un familiare. Tale visione è stata recentemente messa in discussione da alcuni giudici, che riconoscono l’importanza del legame affettivo tra persone e animali, specie dopo la riforma dell’articolo 9 della Costituzione, che tutela la dignità degli animali.

Salvatore Cappai, esperto in diritto degli animali, ha spiegato che, purtroppo, le sentenze che non riconoscono il danno morale per la perdita di un animale sono ancora prevalenti. “La legge considera la morte di un animale come un fastidio, simile a un disservizio o alla rottura di un oggetto”, ha dichiarato Cappai. Tuttavia, ci sono segnali di un cambiamento, con sempre più giudici che ritengono necessario riconoscere il valore affettivo e il danno emotivo derivante dalla perdita di un animale domestico.

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