Botti di Capodanno, le parole sconvolgenti di un soccorritore”Ho iniziato l’anno con un cane che moriva tra le mie braccia, mentre i suoi proprietari festeggiavano”
Ogni anno, al calar della mezzanotte, mentre la maggior parte delle persone festeggia l’arrivo del nuovo anno, c’è chi vive un inferno silenzioso e tremendo. È il caso degli animali terrorizzati dai botti di Capodanno, e di chi, come Marco Marelli, presidente della sezione Enpa di Como, si trova a dover affrontare una realtà difficile e spesso tragica.
Un soccorritore in prima linea: la notte senza tregua
Per Marco Marelli, ogni notte di Capodanno è una corsa contro il tempo, un susseguirsi di emergenze dettate dalla paura incontrollabile degli animali, in particolare dei cani. “Iniziare l’anno con un cane che muore tra le mie braccia, mentre i suoi proprietari festeggiano, è una situazione che mi fa riflettere profondamente. Ma quello che mi fa davvero arrabbiare è vedere che, nonostante i divieti e le ordinanze, i botti continuano a esplodere”, racconta Marelli, con un tono carico di frustrazione. Le leggi contro l’uso di fuochi d’artificio sembrano cadere nel vuoto, con il rumore delle esplosioni che continua a terrorizzare cani e gatti, costringendo questi ultimi a cercare disperatamente una via di fuga. Molti animali, impauriti e confusi, scappano, spesso finendo per essere investiti o rimanendo feriti gravemente. Le ore successive alla mezzanotte sono le più drammatiche, con Marelli che, insieme al suo team di soccorritori, deve affrontare una serie infinita di chiamate e interventi, a volte senza neppure il tempo di recuperare fiato.
Il dolore della perdita e la solitudine dei proprietari assenti
“Questa volta è stato particolarmente duro”, ammette Marelli. La notte di Capodanno si è conclusa con il decesso di un cane anziano, un meticcio che, spaventato dai botti, era riuscito a scappare dal giardino della sua casa. “Lo abbiamo trovato agonizzante a meno di 50 metri dalla sua abitazione. Nonostante gli sforzi per salvarlo, il cane è morto tra le mie braccia. E la cosa peggiore è che i suoi proprietari erano irreperibili, non hanno risposto alle chiamate”, racconta il soccorritore. Questi episodi non sono unici: Marco Marelli ha avuto a che fare anche con altri casi di animali in difficoltà, tra cui un’altra cagnolina, trovata in gravi condizioni, che non è riuscita a sopravvivere nonostante il rapido trasporto in clinica veterinaria. La triste realtà è che i proprietari di questi animali, troppo spesso, non rispettano le indicazioni di sicurezza. “Cani e gatti vanno tenuti in casa, non lasciateli mai all’esterno, soprattutto se non c’è una protezione adeguata. Ma non tutti ascoltano”, conclude Marelli, visibilmente provato.
Una notte che non finisce mai per chi soccorre e per chi perde un amico
Il lavoro di soccorritore non si limita solo al soccorso fisico degli animali: c’è anche un carico emotivo che non può essere ignorato. Le ore di lavoro, le notti insonni, e la frustrazione di non poter fare di più, pesano enormemente su chi è impegnato in queste operazioni. Anche se il numero di interventi è stato inferiore rispetto ad altri anni, la gravità dei casi è aumentata, segnando il cuore di chi, come Marco Marelli, ogni anno spera che la situazione possa finalmente cambiare. Ma l’amarezza rimane, con la consapevolezza che per molti animali, Capodanno sarà ancora una notte di paura, confusione e, in alcuni casi, di morte.